E così questa sera mi sono trovato solo in cucina, senza prodi al timone.
Le salamelle sono bruciate e la patata bollente è rimasta dov'era.
Questioni di politica estera, dicono. Io penso ci sia di più. Stava filando tutto liscio come l'olio, un colpo alla bottarga e uno alla cicerchia... ed ora? Siamo alla frutta.
Metto la giacca e vado alla finestra. Starò a vedere.
20070221
20070211
20070208
Tutta colpa di Bersani
In riferimento a quanto in oggetto ho oggi scoperto alcune cose:
- la ggente non legge più i quotidiani
- non ci sono più i ladri di una volta
- è sempre meglio tenere dei buoni rapporti coi vicini di casa
Questa sera, verso le 20.00, mi suona il vicino di casa con una faccia strana. Con grandi sospiri e mezze parole mi avvisa che arriva dal seminterrato, dove ci sono i garage condominiali, e che ha trovato alcuni loschi figuri trafficare col mio scooter.
Così scopro che, probabilmente a causa del prolungarsi dello sciopero dei benzinai o della malcalcolata autonomia di viaggio, alcuni disperati hanno cercato di ciucciarsi la benzina dal mio catorcio.
Ma, dalla perizia di parte contestualmente svolta, si evince è stato manomessa l'alimentazione dell'olio lubrificante, con grande chiazza risultante sulla pavimentazione.
Così, da buon condomino, cerco di arginare la situazione. Mi precipito al cassonetto della carta alla ricerca di qualche giornale da utilizzare per pulire per terra, ma scopro solo cartoni di ogni foggia.
Tutta colpa delle liberalizzazioni.
- la ggente non legge più i quotidiani
- non ci sono più i ladri di una volta
- è sempre meglio tenere dei buoni rapporti coi vicini di casa
Questa sera, verso le 20.00, mi suona il vicino di casa con una faccia strana. Con grandi sospiri e mezze parole mi avvisa che arriva dal seminterrato, dove ci sono i garage condominiali, e che ha trovato alcuni loschi figuri trafficare col mio scooter.
Così scopro che, probabilmente a causa del prolungarsi dello sciopero dei benzinai o della malcalcolata autonomia di viaggio, alcuni disperati hanno cercato di ciucciarsi la benzina dal mio catorcio.
Ma, dalla perizia di parte contestualmente svolta, si evince è stato manomessa l'alimentazione dell'olio lubrificante, con grande chiazza risultante sulla pavimentazione.
Così, da buon condomino, cerco di arginare la situazione. Mi precipito al cassonetto della carta alla ricerca di qualche giornale da utilizzare per pulire per terra, ma scopro solo cartoni di ogni foggia.
Tutta colpa delle liberalizzazioni.
20070201
L'uomo che sussurrava ai citofoni
Non poteva smettere.
Da tempo passava buona parte delle giornate a girovagare cercando sui campanelli qualche nome famigliare.
Ma le questioni erano almeno due.
Il primo era che la sua memoria era soprattutto fotografica: riusciva a ricordare le facce di chi era in fila al supermercato con lui fino a un mese prima, ma non il nome del suo vicino di casa.
Il secondo era che non era possibile fermarsi ad ogni numero civico, per cui era costretto ad utilizzare un metodo random, camminando guardandosi in giro o con fare indaffarato, per poi fermarsi improssivamente davanti ad una qualche palazzina.
Scorreva la lista dei cognomi con grande pazienza e dedizione.
Spesso qualche nome gli suonava famigliare, non fosse altro per la ricorrenza geografica. Raramente, e con grande giubilo, trovava qualcuno che probabilmente conosceva.
E allora suonava e sussurrava frasi interminabili per riuscire a farsi aprire.
Non gli interessava, in realtà, tutto il preambolo, la ricerca e la tattica.
Era un amante delle case: adorava guardare ogni particolare. Dall'androne allo sgabuzzino, senza un momento di sosta, i suoi occhi scandagliavano ogni cosa: i libri, l'arredamento, i quadri, le suppellettili. Le persone non erano così importanti per lui, quanto il contesto.
Aveva bisogno di farsi travolgere dalle mille componenti della vita altrui per fare supposizioni, tirare conclusioni, ipotizzare paralleli storici e analisi sociologiche, farsi stupire.
E questa era tutta la sua vita. O almeno la parte più interessante.
Da tempo passava buona parte delle giornate a girovagare cercando sui campanelli qualche nome famigliare.
Ma le questioni erano almeno due.
Il primo era che la sua memoria era soprattutto fotografica: riusciva a ricordare le facce di chi era in fila al supermercato con lui fino a un mese prima, ma non il nome del suo vicino di casa.
Il secondo era che non era possibile fermarsi ad ogni numero civico, per cui era costretto ad utilizzare un metodo random, camminando guardandosi in giro o con fare indaffarato, per poi fermarsi improssivamente davanti ad una qualche palazzina.
Scorreva la lista dei cognomi con grande pazienza e dedizione.
Spesso qualche nome gli suonava famigliare, non fosse altro per la ricorrenza geografica. Raramente, e con grande giubilo, trovava qualcuno che probabilmente conosceva.
E allora suonava e sussurrava frasi interminabili per riuscire a farsi aprire.
Non gli interessava, in realtà, tutto il preambolo, la ricerca e la tattica.
Era un amante delle case: adorava guardare ogni particolare. Dall'androne allo sgabuzzino, senza un momento di sosta, i suoi occhi scandagliavano ogni cosa: i libri, l'arredamento, i quadri, le suppellettili. Le persone non erano così importanti per lui, quanto il contesto.
Aveva bisogno di farsi travolgere dalle mille componenti della vita altrui per fare supposizioni, tirare conclusioni, ipotizzare paralleli storici e analisi sociologiche, farsi stupire.
E questa era tutta la sua vita. O almeno la parte più interessante.
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